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Ballet Junior de Genève, tour italiano

07/02/2025
Ballet Junior de Genève, tour italiano
Ballet Junior in "Tenir le temps" di Ouramdane (ph. Mark Henley)

MILANO Breve ma intensa tournée italiana per il Ballet Junior de Genève che da luglio 2025 ha annunciato due nuove guide: Dorothée Delabie e Franck Laizet. La compagnia giovanile nata in seno all'Ecole de Danse du Grand Théatre de Geneve fondata nel 1969 da George Balanchine farà tappa in Triennale Milano per il Festival FOG (8 febbraio), nella stagione danza del Teatro Grande di Brescia (11 febbraio) e al Festival Equilibrio di Roma (13 febbraio) con due diversi programma.

In Triennale e al Grande di Brescia un imperdibile trittico contemporaneo in grado di trasportare il pubblico in un viaggio in cui il movimento, l’uso sapiente di luci e ombre e la scelta composita del colore divengono il linguaggio espressivo nella prospettiva di tre diversi coreografi. Apertura con Cathedral, lavoro del valenciano Marcos Morau che indaga il mistero della natura e dell’esistenza umane attraverso una visione sostenuta dalla musica spirituale di Arvo Pärt. Marcos Morau colloca i danzatori in un'atmosfera suggestiva, scenario perfetto per le sue coreografie splendidamente disegnate e per il linguaggio inventivo del movimento. Si possono quasi percepire i dodici danzatori che si muovono e scattano, passando da un movimento staccato all'altro. Il coreografo immagina i danzatori come giocattoli rotti all’interno di una sala giochi. 

Segue Touch Base, creata da Marne Van Opstal nell’agosto 2019 in occasione del Summer Intensive Course al Nederlands Dans Theater. Il coreografo olandese, noto per le scelte eclettiche e i tratti talvolta surreali dei suoi progetti, riversa sulla scena una costante interazione di e fra i corpi dei danzatori, intervallata da assoli complessi e di grande effetto. 

Tenir les temps di Rachid Ouramdane chiude la serata con uno dei pezzi più danzati del coreografo algerino che parte da un interrogativo che egli stesso si pone e rilancia agli spettatori: chi controlla ciò che accade nella nostra società che, ogni giorno di più, corre a diverse velocità? Ouramdane non dà risposta, ma lascia che siano i danzatori ad aprire uno spettro di possibilità sulla scena: con gesti concertati riprendono il fulcro di una ricerca che il coreografo conduce ormai da anni sulle identità molteplici che ciascun individuo racchiude. La partitura del compositore Jean-Baptiste Julien risponde in perfetta sintonia alla scrittura del coreografo. Questi due creatori ci ricordano che l'arte della ripetizione, del canone e del leitmotiv è un concetto fondante nel mondo della danza. 

A Roma per Equilibrio il programma proposto è un dittico con l'immancabile Marcos Morau e il suo Cathedral a cui viene affiancata una nuova versione di Turning_motion sickness remix di Alessandro Sciarroni, dove la pratica della rotazione dei corpi sul proprio asse, diventa collettiva...

 

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