Al Napoli Teatro Festival Italia danza contaminata con altri linguaggi
Si parte il 15 giugno
13/06/2016NAPOLI - Con 45 spettacoli in scena tra il 15 giugno ed il 15 luglio torna il Napoli Teatro Festival Italia 2016, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, ideato dal direttore artistico Franco Dragone. Napoli, città palcoscenico, si apre al teatro più ampiamente inteso, accogliendo nei suoi luoghi di maggior fascino non solo spettacoli ma anche creazioni site specific e work in progress, reading, incontri, residenze, con uno sguardo allargato sull'Europa e incursioni tra Oriente, Africa, America Latina e Stati Uniti.
Con molti titoli in prima nazionale, anche in questa edizione non manca la danza, che per l’occasione si contamina con diversi linguaggi artistici.
Com’è il caso dello spettacolo di apertura, Kiss & Cry (15 e 16 giugno, Teatro Politeama), firmato a quattro mani dalla coreografa belga Michèle Anne De Mey e dal marito regista Jaco Van Dormael. Spettacolo poetico e originalissimo, sospeso tra micro-coreografie per dita e proiezioni video, si appresta a conquistare anche il pubblico napoletano dopo quello di Torinodanza.
Shiro Takatani, visionario video-artista del collettivo artistico giapponese Dumb Type, nella sua ultima creazione ST/LL (20 e 21 giugno, Teatro Politeama) indaga le possibili declinazioni della parola inglese “still” – silenzioso, immobile, ancora. Uno spettacolo che vuole dispiegare il tempo in un poema visivo, mentre la realtà scompare per riapparire su uno schermo che amplifica dimensioni e movimenti.
La danse des amants è uno spettacolo-festa scritto e diretto dalla napoletana Sara Sole Notarbartolo (20 e 21 giugno, Villa Pignatelli). È ambientato in un piccolo paese italiano nel ‘900, negli anni della guerra, senza che accada niente, ma un ballo estivo alla fine si concluderà con una festa in cui il pubblico convenuto sarà coinvolto dagli stessi personaggi della storia a danzare, bere e mangiare insieme.
Love Stories (28 giugno, Arena Flegrea) tra musica e danza rilegge la vicenda di Romeo e Giulietta in un spettacolo–concerto che vede al pianoforte le famose sorelle Katia e Marielle Labèque. Le musiche, tratte da West Side Story di Leonard Bernstein, sono contaminate dalla partitura originale di David Chalmin per batteria, percussioni e chitarra elettrica. In scena sette ballerini di break dance e danza contemporanea che interpretano coreografie di Yaman Okur.
James Thierrée, danzatore, scenografo, acrobata, nato e cresciuto in una famiglia circense, nipote di Charlie Chaplin, presenta La grenouille avait raison (1 e 2 luglio, Teatro Bellini), uno spettacolo in bilico tra il circo, la danza e il teatro. Una fiaba scenica, realistica e grottesca, per rivivere segreti sogni e incubi infantili. In scena con il protagonista una contorsionista ed equilibrista, una cantante e due danzatrici.
Flexn (2 e 3 luglio, Teatro Augusteo) è una creazione collettiva firmata del coreografo Reggie (Regg Roc) Gray e dal regista Peter Sellars. In scena 21 danzatori, i flex dancers della Flex community di New York, adepti di quella danza flex che dal 2015 dilaga in America, esprimendo il disagio sociale dei sobborghi afro-americani attraverso una cifra coreografica innovativa.
In collaborazione con il Teatro San Carlo torna a Napoli Carmen Suite (10 e 11 luglio, Teatro Politeama), balletto in un atto del coreografo cubano Alberto Alonso. Svetlana Zakharova riappare nel ruolo della protagonista e Denis Rodkin (si veda intervista sul prossimo numero di DANZA&DANZA) nei panni di Don José; con i due Primi ballerini del Teatro Bol’šoj di Mosca il Corpo di ballo del Teatro San Carlo.
Nous sommes pareils à ces crapauds … / Ali di Ali Thabet e Hedi Thabet (12 e 13 luglio, Teatro Nuovo) è uno spettacolo all’insegna del métissage culturale, con due titoli creati a cinque anni di distanza, ma legati per come affrontano il tema dell’alterità. Nous sommes pareils à ces crapauds … indaga il tema del matrimonio attraverso la storia di una donna e due uomini, con l’accompagnamento di un’orchestra composta da musicisti greci e tunisini. Ali, creato e interpretato da Mathurin Bolze e Hédi Thabet, racconta invece la storia quotidiana di un incontro tra due individui.
Late Night (13 e 14 luglio, Teatro Piccolo Bellini) è l’ultima creazione di uno dei collettivi più interessanti e sperimentali della nuova scena ateniese, il Blitz Theatre Group. In questo spettacolo si evoca la profonda crisi della società europea, che stritola gli individui ormai privi di qualsiasi ascendente. Confinati in una sala da ballo d’altri tempi tre donne e tre uomini danzano, ricordando il passato, i viaggi attraverso l’Europa, gli amori perduti, spinti da un’unica ossessione: raccontarci la loro storia, come a dimostrare di essere ancora vivi.
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