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"Troglodyte" di Thomas Hauert: la psiche in relazione al movimento

21/10/2024
"Troglodyte" di Thomas Hauert: la psiche in relazione al movimento
"Troglodyte/Zaungast Zaunkonig (ph. Bert Van Dijck)

BRESCIA Il Teatro Grande attende ZOO/Thomas Hauert con Troglodyte. Dopo il successo di Giselle con il Balletto di Tbilisi è la danza contemporanea internazionale a diventare protagonista mercoledi 23 ottobre nell’atmosfera unica e intima della Sala Palcoscenico Borsoni del Teatro Grande.

Conosciuto per la profondità e il rigore del suo movimento coreografico, Thomas Hauert ama esplorare connessioni, particolarmente con la musica che infatti gioca un ruolo fondamentale nei suoi lavori. Il nuovo solo, Troglodyte – Zaungast/Zaunkönig, indaga un processo creativo già molto presente nel suo repertorio, ovvero fare della psiche, del mondo interiore, delle emozioni e dell’inconscio la forza motrice del movimento. Il punto di partenza è una sorta di complesso enigma psicologico, incentrato sull’esperienza della posizione dell’outsider, di colui che non fa parte del gruppo e che guarda dall’esterno.

La suggestione inizia già nella scelta del titolo che si pone in netta contrapposizione rispetto ai termini cui è accostato: Zaungast è una parola tedesca che descrive qualcuno che partecipa a un evento, a cui non è stato invitato, da dietro a un recinto (letteralmente “ospite del recinto”). Il termine è associato a Zaunkönig, il nome tedesco dello “scricciolo”, un piccolo uccello canterino (letteralmente “il re del recinto”), che immaginiamo seduto proprio sul quel recinto. Un soggetto piccolo ma allo stesso tempo regale, qualcuno che sta a cavallo della staccionata, che non prende posizione, che non decide e che non si impegna di conseguenza.

“Il mio fascino per la danza - scrive THomas Hauert  - è strettamente legato ai suoi aspetti sensuali, alla sensazione della danza, del movimento nel corpo e di ciò che si prova guardandola. Una parte importante dei miei processi creativi, e per estensione della mia metodologia di insegnamento, deriva dal mio desiderio di esplorare e massimizzare le possibilità creative del corpo in movimento e in interazione – con altri corpi, con forze interne ed esterne, con la musica – e di andare oltre le abitudini inscritte in esso. Si tratta di un approccio molto concreto in cui la materia emerge direttamente dai nostri corpi confrontati con le forze e lo spazio. Si sviluppa una drammaturgia astratta ma espressiva, più vicina alla composizione musicale che alla narrazione teatrale. Il pubblico viene condotto in un viaggio sensoriale ed emotivo che coinvolge l'inconscio tanto quanto la mente analitica.”

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