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Balanchine e Robbins, trittico alla Scala

29/10/2024
Balanchine e Robbins, trittico alla Scala
Andrijashenko-Matteazzi-Mariani-Gramada-Arduino-Fagetti

MILANO Il Corpo di ballo del Teatro alla Scala è pronto a portare in scena tre classici del Ventesimo secolo. Nella serata trittico Theme and Variations/Dances at the Gatering/The Concert la compagnia riunisce e celebra due indiscussi Maestri e la loro modernità: George Balanchine e Jerome Robbins, di quest'ultimo un approfondimento sul n. 319 (novembre/dicembre) del nostro magazine in edicola fra pochi giorni. La serata è in programma al Teatro alla Scala dall'8 al 20 novembre.

Theme and Variations di Balanchine torna in scena con la nuova veste firmata da Luisa Spinatelli. Concentrato de più puro stile balanchiniano, questo balletto nacque dall’intento - come scrisse lo stesso autore - “di evocare il grandioso periodo del balletto classico, che fiorì in Russia con l’aiuto della musica di Čajkovskij”. 

Sarà invece la prima volta alla Scala per due tra i più noti balletti di Jerome Robbins, entrambi su pezzi pianistici di Chopin: Dances at a Gathering, gioiello di pura danza, ispirata dal tessuto musicale e dalle sue nuances, e The Concert, unico nel suo genere, ironico e brillante spaccato delle umane fantasticherie e stravaganze, di una serie di personaggi che assistono a un recital di pianoforte. 

Gli artisti del Corpo di Ballo, i Solisti e i Primi Ballerini si alterneranno nei diversi stili ed atmosfere di questi balletti: in Theme and Variations la coppia principale vedrà Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko (8, 13, 16 e 20 novembre), Alice Mariani con Mattia Semperboni (12 e 15 novembre), Maria Celeste Losa con Navrin Turnbull (14 e 17). Accanto a loro quattro soliste Gaia Andreanò, Caterina Bianchi, Camilla Cerulli, Linda Giubelli, quattro solisti Domenico Di Cristo, Edward Cooper, Rinaldo Venuti, Alessandro Paoloni, e gli artisti del Corpo di Ballo. 

Per Dances at a Gathering, il cast di apertura (e poi nelle recite del 12, 14, 16 e 17 novembre) vedrà Nicoletta Manni, Martina Arduino, Alice Mariani, Linda Giubelli (Letizia Masini il 16), Asia Matteazzi, Claudio Coviello, Timofej Andrijashenko, Darius Gramada, Mattia Semperboni, Christian Fagetti (il 16 e 17 Rinaldo Venuti e Gabriele Corrado).  Nelle recite del 13, 15 e 20 novembre, i dieci protagonisti saranno Agnese Di Clemente, Vittoria Valerio, Camilla Cerulli, Martina Arduino, Giordana Granata, Saïd Ramos Ponce, Marco Agostino, Navrin Turnbull, Domenico Di Cristo, Gioacchino Starace. 

The Concert vedrà tre cast: in apertura nei ruoli principali Caterina Bianchi, Marco Agostino, Marta Gerani, Alessandro Paoloni, Antonella Albano, Emanuele Cazzato, Massimo Dalla Mora, Rebecca Luca, Martina Marin, Andrea Risso. Il 14 e 16 novembre Agnese Di Clemente, Christian Fagetti, Gaia Andreanò, Edward Cooper, Alessandra Vassallo, Emanuele Cazzato, Flavio Paciscopi, Denise Gazzo, Christelle Cennerelli, mentre il 17 e 20 novembre Letizia Masini, Gabriele Corrado, Maria Celeste Losa, Domenico Di Cristo, Greta Giacon, Edoardo Caporaletti, Massimo Dalla Mora, Daniele Lucchetti.

Il Trittico Balanchine-Robbins segna anche il debutto con il Balletto della Scala di Fayçal Karoui, sul podio a dirigere l’Orchestra del Teatro alla Scala. Dal 2006 al 2012 direttore musicale del New York City Ballet, e dal 2002 dell’Orchestre de Pau Pays de Béarn (OPPB), ha guidato dal 2012 al 2014 la Orchestra Lamoureux, ed è abitualmente invitato da orchestre di fama internazionale. L’ampia esperienza nel balletto si riflette nella collaborazione con l'Hong Kong Ballet, e con regolarità al Dutch National Ballet di Amsterdam e alla Staatsoper di Vienna. Debutto anche per Leonardo Pierdomenico, impegnato al pianoforte per Chopin nei balletti di Jerome Robbins non solo in buca ma anche in scena.

Uno sguardo dunque rinnovato su tre titoli che fanno parte della storia come i loro autori, assoluti punti di riferimento per il mondo della danza e del balletto. Siamo in America, al New York City Ballet, che mantiene ancora oggi come pilastri del suo repertorio i balletti di George Balanchine e quelli del suo più giovane collega Jerome Robbins, straordinari “co-direttori” che, un anno dopo la sua fondazione nel 1948, erano assieme in quella che sarebbe diventata una fra le più importanti compagnie nel mondo. Balanchine, infatti, invitò il trentenne Jerome Robbins a unirsi alla nascente compagnia come Associate Artistic Director. Dopo la morte di Balanchine nel 1983, Robbins ha continuato, fino alla sua morte nel 1998, a creare balletti per il New York City Ballet, dove ha condiviso la posizione di Ballet-Master-in-Chief con Peter Martins fino al 1989.

Alla Scala, i nomi dei due giganti del Novecento appaiono entrambi nel 1953, allorché il New York City Ballet apparve per la prima volta sul palcoscenico del Piermarini con una straordinaria e lunga serie di balletti, non solo a firma dell’ormai celebre direttore-coreografo, ma anche del direttore artistico aggiunto Jerome Robbins. 

Già l’anno prima, però il nome di Balanchine si era legato alla compagnia scaligera, che presentò per la prima volta, nel 1952, Balletto imperiale. L’invito a Balanchine nel 1952 e il successivo ritorno del coreografo alla testa della sua Compagnia statunitense furono opera della lungimiranza di Aurelio Milloss, che Arturo Toscanini aveva voluto per dirigere il Corpo di Ballo della Scala ricostruita dopo il secondo conflitto mondiale. Come per l’opera, anche per il balletto si cercò di creare una apertura internazionale, invitando coreografi e ballerini stranieri, ma anche grandi complessi internazionali. Da allora, oltre che apparire anche nelle coreografie di alcune opere, il nome di Balanchine è stato lungamente presente nel repertorio del balletto scaligero, fra riprese e novità, interpretato dalle stelle delle varie epoche. Tra i tanti titoli, ricordiamo quelli protagonisti degli ultimi vent’anni della storia del balletto alla Scala, da Il Figliol Prodigo, Apollo, Jewels, Symphony in C senza dimenticare Sogno di una notte di mezza estate, uno dei più rappresentati alla Scala e nelle tournée internazionali.

Proprio nella storica tournée del New York City Ballet del 1953 avvenne il debutto di Jerome Robbins al Teatro alla Scala con la sua versione dell’Après-midi d’un Faune. Bisogna invece attendere gli anni ’80 del Novecento per vedere interpretato dai ballerini scaligeri questo stesso titolo (1980/81 e 1985/86) ed anche la sua versione di Les Noces (sempre nel 1980/81). In una produzione americana, ma con l’esecuzione dell’Orchestra scaligera, giunse alla Scala anche West Side Story, nel luglio 2000 per una decina di recite e altrettante nella stagione 2002-2003. Solo nel 2004 il Corpo di Ballo scaligero debutterà con un altro famosissimo balletto di Robbins, The Cage, all’interno della “Serata Stravinskij” e in seguito (2005) in tour al Teatro Real di Madrid (tra l’altro accanto a Theme and Variations) e nel 2006 nuovamente alla Scala

 

 

 

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