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Danze macabre per interrogarsi sul presente e il domani

Marcos Morau apre la Stagione di Triennale Milano con "Totentanz"

03/10/2024
Danze macabre per interrogarsi sul presente e il domani
Marcos Morau (ph. Rita Antonioli)

MILANO  Si intitola LEGACY. 50 anni di teatro, la Stagione Teatrale 2024 di Triennale Milano: una Stagione che intende rappresentare un omaggio al CRT Centro di Ricerca per il Teatro nel cinquantesimo anniversario della sua fondazione, dando voce agli artisti associati presenti e futuri che ne rappresentano oggi la storia.

LEGACY sarà inaugurata l'8 ottobre dalla prima assoluta di TOTENTANZ. Morgen ist die Frage (Danza di morte: domani è la domanda) progetto site specific creato per gli spazi di Triennale Milano da Marcos Morau - Artista Associato di Triennale Milano Teatro 2025-2027, due volte Premio D&D - con la sua compagnia La Veronal: una rivisitazione dell’antico rituale della danse macabre che ci interroga sul nostro destino, una celebrazione catartica che è insieme un inno gioioso alla fragilità della vita. Due le repliche in programma (ore 21.00 e ore 22.30).

Lavoro per tre performer e due burattini umani, TOTENTANZ  parte dalla rivisitazione de la Danza della Morte dell'iconografia medioevale nella piena turbolenza del mondo contemporaneo lanciato verso il caos dalle rivoluzioni digitali e spirituali che lo attraversano.

In un orizzonte nel quale la morte appare più normalizzata che mai, ma allo stesso tempo non è mai stata così remota e incomprensibile, TOTENTANZ vuole rappresentare un invito a celebrare la fragilità dell’esistenza e a riflettere su chi siamo e dove stiamo andando. 

"Il potere emanato dalla morte - scrive Morau nelle note di regia - stimola la nostra creatività, costringendoci a cercare infinite connessioni con l'aldilà. [...] Rivisitare la danza della morte nel XXI secolo è un anacronismo voluto, quasi una meditazione. Dopo tante versioni e rivisitazioni del format, la nostra Totentanz non è altro che un invito a celebrare la fragilità della vita e a meditare sulla sua perdita di valore.[...] L'attuale disprezzo per i valori della vita è direttamente proporzionale all'incapacità generalizzata di interpretare, danzare e officiare la morte come mistero: eppure non c'è teatro, non c'è danza che nonappartenga intimamente alla morte, che non sfugga alla notte gesticolando per poi tornaread immergersi in essa.”

 

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