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Olivier Dubois, un nuovo “Sacre du Printemps” per l’étoile dell’Opéra de Paris Marie-Agnès Gillot

23/07/2024
Olivier Dubois, un nuovo “Sacre du Printemps”  per l’étoile dell’Opéra de Paris Marie-Agnès Gillot
Marie-Agnès Gillot in"For Gods Only /Sacre #3" di Oliver Dubois (ph. Julien-Benhamou)

BOLZANO Commissione del Festival Bolzano Danza per il quarantennale a Olivier Dubois, For Gods Only / Sacre # 3 resterà anche un unicum nella forma presentata questa sera, 23 luglio, al Teatro Comunale. Vedi intervista sul numero in edicola di Danza&Danza.

Per Olivier Dubois, artista tra i più irrequieti e sorprendenti della scena internazionale, “habitué” di Bolzano Danza e futuro direttore artistico insieme a Anouk Aspisi, si tratta del terzo Sacre du printemps. For Gods Only / Sacre #3 (Per gli Dei Solamente/Sagra #3) completa la trilogia iniziata nel 2012 con il duo maschile Prêt à Baiser / Sacre  #1, ospitato al Festival 2022 e co-interpretato dallo stesso Dubois, e proseguita nel 2014 con Mon Élue Noire / Sacre #2, assolo per la leggenda della danza africana, già Leone d’Oro alla Biennale di Venezia, Germaine Acogny.

Anche per quest’ultimo ‘episodio’ della trilogia, il coreografo ha pensato a un assolo per un’altra leggenda, l’étoile del Ballet de l’Opéra de Paris Marie-Agnès Gillot, sola sul palcoscenico al cospetto dell’Orchestra Haydn e della potenza ritmica del Sacre stravinskiano. Per l’occasione eseguita nella versione del debutto al Théâtre des Champs-Elysées nel maggio 1913 con un organico di dimensioni grandiose (95 elementi) diretto dal maestro Timothy Redmond, a cui si aggiungono musiche realizzate dal fedelissimo collaboratore François Caffenne. Sebbene sulla produzione aleggi ancora il mistero, il coreografo intervistato da Sergio Trombetta per Danza&Danza racconta: “Nella versione del Sacre con Gillot avevo bisogno di parlare degli dei. Quando diventi una leggenda come lei, entri in uno stato fuori dall’ordinario, come se fossi in una sorta di coma della tua vita.  E in effetti si ricrea una mitologia: essere una leggenda come Gillot ha un prezzo da pagare, non si può più invecchiare. Si deve essere per sempre quello che tutti hanno in memoria. Voglio far emergere tutto questo e la trasformo in un samurai”.

Marie-Agnès Gillot si è formata alla Scuola di ballo dell’Opéra de Paris. Entrata nel Corps de ballet dell’Opéra a soli quindici anni, nel 1999 viene nominata Prima ballerina e nel 2004 Étoile su proposta della direttrice di allora Brigitte Lefèvre al termine della rappresentazione di Signes di Carolyn Carlson, prima nomina avvenuta per un titolo contemporaneo. Meravigliosa interprete del grande repertorio classico, è nelle differenti sfumature del contemporaneo e nell’eclettismo degli autori che incontra nella Maison parigina (Petit, Béjart, Belarbi, Bausch, Ek, Preljocaj, McGregor, Forsythe, Cherkaoui, Jalet, Millepied, Kylián) che il suo straordinario talento si sprigiona. Coreografa a sua volta di brani come Rares Différences ispirato a Rodin, ART ERE sul trio elegiaco di Rachmaninov, e Sous Apparence, sua prima creazione per il Ballet de l’Opéra de Paris (2012), TU ES sul Boléro di Ravel con movimenti ispirati da un training svolto con i detenuti del carcere di Arles (2016), Gillot ha dato l’addio alle scene dell’Opéra nel 2018 danzando un toccante Orphée et Eurydice di Pina Bausch. Da allora ha creato un flashmob sotto la piramide del Louvre, un duetto con Blanca Li per la Maison Jean-Paul Gaultier, ha recitato con Pippo Delbono, è stata testimonial di marchi di lusso come Céline e Repetto. Sue opere sono esposte al Palais de Tokyo di Parigi.

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