Gilles Doré: uno sguardo sulla 21esima edizione di CINARS al via
E’ a Montréal, Canada, che lo spettacolo dal vivo si dà appuntamento per l’appuntamento di networking più atteso del settore: CINARS. Abbiamo incontrato il Direttore Generale
11/11/2024MONTREAL Gilles Doré, direttore generale di CINARS, la biennale delle arti sceniche di Montréal, racconta la 21ª edizione in procinto di aprire le sue porte a più di 330 operatori provenienti da ogni angolo del globo. La danza al centro della programmazione, nella sezione ufficiale e in quella Off, dove anche l'italia con tre proposte fa capolino in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura del Québec (Marco D'Agostin, Silvia Gribaudi, Parini Secondo). Dall'11 novembre al 16 novembre a Montréal.
Gilles Doré, la danza a CINARS fa parte di un grande evento multidisciplinare il cui scopo è quello di creare legami tra le discipline e anche tra i professionisti di tutto il mondo... La Biennale CINARS è un crocevia per le arti performative contemporanee. La danza contemporanea rappresenta più del 60% delle opere presentate, il che la rende la disciplina artistica più importante della nostra Biennale. Ciò detto, la Biennale presenta anche opere di circo, teatro, musica e opere multidisciplinari. Le creazioni contemporanee sono sempre più ibride e troviamo opere che integrano la danza con il teatro o addirittura con il circo, senza dimenticare le creazioni che utilizzano le nuove tecnologie.
Quali considerazioni hanno guidato la scelta delle compagnie per questa 21ª edizione di CINARS? Per la Biennale 2024 abbiamo voluto dare uno sguardo alle opere di danza contemporanea per il grande pubblico, spettacoli che abbiamo definito “celebrativi”. Proponiamo anche un programma di opere di media grandezza dal taglio più provocatorio, capaci di spingere lo spettatore a una riflessione. CINARS 2024 dà inoltre visibilità a lavori sperimentali di coreografi di ultima generazione, la sezione denominata “nouvelles écritures”, e propone lavori destinati a un pubblico giovane per tutte le discipline artistiche, tra questi anche spettacoli di danza per bambini.
CINARS ha una sezione ufficiale e diverse sezioni off. Il programma di CINARS prevede 25 spettacoli nel suo cartellone ufficiale, e oltre 100 spettacoli nella sezione Off. Ci occupiamo di promuovere tutti gli spettacoli Off e oltre 330 programmatori provenienti da tutti i continenti hanno l'opportunità di scoprire entrambe le programmazioni. Quest'anno abbiamo spettacoli di danza nella sezione OFF dall'Italia, ma anche dai Paesi nordici, dall'Argentina, dalla Corea del Sud... CINARS è davvero un crocevia internazionale per le scoperte artistiche e un punto di riferimento per il networking internazionale.
Gli spettacoli sono inquadrati da momenti di discussione. Quali i temi che affronterete? La Biennale CINARS è anche un'opportunità per i professionisti di riflettere e condividere questioni globali comuni. Quest'anno con gli incontri vorremmo affermare valori comuni per la circolazione internazionale degli artisti, per sostenere l’apertura alla differenza e l'inclusione. La migrazione globale dovrebbe essere vista come una fonte di arricchimento culturale, non deve spingerci a chiudere i nostri confini, a tirare dei freni. Anche il clima turbolento e la fatica del nostro amato pianeta sono questioni globali, di cui gli artisti non dovrebbero esserne vittime; al contrario, dovrebbero essere riconosciuti come ambasciatori dei valori umanistici. Il movimento internazionale degli artisti attraverso i confini dovrebbe essere celebrato, non frenato.
Quali idee ha per il futuro del settore delle arti dello spettacolo? Le arti dello spettacolo celebrano i molti modi diversi in cui le persone si esprimono sulla terra; riunendoci, affermiamo il nostro amore per la convivenza, anche se siamo diversi. L’aggettivo “contemporaneo” abbinato alle arti dello spettacolo è l'affermazione della vita nel nostro tempo. Le arti dello spettacolo continueranno a vibrare ancora per molto tempo e dobbiamo continuare a farle muovere oltre i confini e gli oceani, soprattutto in quest'epoca di atteggiamenti ripiegati su sé stessi. I programmatori devono affermare i valori dell'apertura e accogliere artisti provenienti da oltre i nostri confini.
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