Caracalla Festival 2025 tra sacro e profano con Bausch
15/01/2025RIOMA Firmato da Damiano Michieletto, il Festival di Caracalla 2025 del Teatro dell’Opera di Roma nell'anno del Giubileo porta con sé molte novità. La prima riguarda le location: alle tradizionali Terme di Caracalla infatti, per la prima volta, viene affiancata la Basilica di Massenzio. La più grande basilica civile del centro monumentale di Roma, costruita all’inizio del IV secolo, è quindi per la prima volta sede di messinscene operistiche.
In programma dal 29 giugno al 7 agosto si snoda la proposta del festival intitolato Tra Sacro e umano, che comprende opera, musica sacra, musical, danza, concerti e incontri. Quattro le nuove produzioni: La Resurrezione di Händel, La traviata di Verdi, Don Giovanni di Mozart e West Side Story di Bernstein, tutte affidate a nomi della “nouvelle vague” della regia operistica internazionale come Ilaria Lanzino, Sláva Daubnerová, Vasily Barkhatov e lo stesso Damiano Michieletto. Per West Side Story le coreografie sono affidate a Riva & Repele, mentre sul podio ci sarà Direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti (5,9,10,13,17 luglio).
La danza vede il Corpo di Ballo del Teatro capitolino, diretto da Eleonora Abbagnato, impegnato in una serata con due grandi classici contemporanei: il Bolero di Ravel firmato da Maurice Béjart e Le Sacre du printemps di Pina Bausch, per la prima volta realizzata da una compagnia di balletto italiana. Il 30 e il 31 luglio a Caracalla i danzatori del teatro affrontano Le Sacre du printemps di Pina Bausch nata cinquant'anni fa esatti, nel 1975, a cui viene affiancato un altro capolavoro come il Bolero di Ravel nella versione realizzata nel 1961 da Maurice Béjart, che si rifà all’idea originale del pezzo. Guest star Friedemann Vogel (intervista sul numero in edicola di D&D), che torna a Caracalla dopo il successo della Nuit romaine del 2024. Protagonista anche l’Orchestra dell’Opera di Roma diretta da Ido Arad. A questi due titoli si aggiungeWithin the Golden Hour di Christopher Wheeldon, brano entrato nel repertorio della Compagnia nella stagione 2022/23: una poesia per quattordici danzatori sulla partitura per archi composta da Ezio Bosso.
Sempre danza con l'immancabile serata Roberto Bolle and Friends (15, 16 luglio) mentre in chiusura di l cartellone La Pasión según San Marcos del compositore argentino Osvaldo Golijov, creata nel 2000 per l’anniversario bachiano che, oltre a un successo planetario, vanta due incisioni e una nomination ai Grammy Awards. Variegata anche quest’anno l’offerta di musica pop che precede il cartellone curato da Damiano Michieletto: i concerti iniziano già da martedì 3 giugno. Tra le prime conferme nomi come Antonello Venditti, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia e Giovanni Allevi.
"Costruendo la proposta artistica del Festival – dice Damiano Michieletto – ho voluto tenere particolarmente in conto la contingenza che vive la Città di Roma nell’anno del Giubileo, dialogando con questo speciale appuntamento. I temi della spiritualità e della riconciliazione mi stanno molto a cuore, per questo ho creato un percorso che abbiamo intitolato “Tra sacro e umano”, con lavori artistici attinenti questi aspetti così peculiari della nostra esistenza. Una proposta che tiene certamente conto della platea estiva romana, ma che cerca di allargare i confini e ampliarsi, a partire dai luoghi. Apriamo infatti un secondo palcoscenico, quello della Basilica di Massenzio, di dimensioni diverse, più raccolte, da mettere in dialogo con le Terme di Caracalla. Ma apriamo anche lo sguardo a novità importanti per l’Italia, dove due registe come Ilaria Lanzino e Sláva Daubnerová avranno la possibilità di lavorare per la prima volta. Lo stesso Sacre du printemps firmato da Pina Bausch non è mai stato interpretato prima d’ora da un corpo di ballo del nostro Paese".
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