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ZED Festival presenta "Hybridy"

12/11/2024
ZED Festival presenta "Hybridy"
Hybridy

BOLOGNA Doppio appuntamento a ZED Festival di Bologna il 17 novembre. Presentata al pubblico l'installazione multimediale immersiva HYBRIDY (audio, video e danza) creata da Alberto Barberis e prodotta da COORPI, che esplora le relazioni simbiotiche dei processi di ibridazione tra corpo e natura, istinto e tecnologia, biologia ed algoritmi; nello stesso giorno anche il Prix ViDa Italia, primo premio nazionale dedicato alle produzioni originali di videodanza e danza XR.

HYBRIDY è un’installazione multimediale immersiva per uno spettatore alla volta (durata circa 10'), composta da audio, video e danza, che esplora le relazioni simbiotiche - armoniche e conflittuali - dei processi di ibridazione tra corpo e natura, istinto e tecnologia, biologia ed algoritmi, vibrazioni e suoni. 

L'opera, che trae ispirazione dalle figure mitologiche delle driadi, ninfe metà donna e metà pianta, si compone di una grande proiezione circolare di video-danza sospesa da terra, elaborata digitalmente e retroproiettata sulla superficie e si fonde algoritmicamente con suoni elettroacustici riprodotti in cuffia e feedback tattile per la diffusione delle vibrazioni sul corpo dell’ascoltatore.

Un portale, un vortice dentro il quale si animano le pseudo-creature nate dal processo simbiotico. Una musica profonda che, oscillando tra il saturo e il sensibile, sfocia in una sorta di corale di organismi embrionali che urlano il proprio desiderio di vita. Su questi suoni-rumori si anima la danza che, dal tratto ancestrale, embrionale, rizomatico, si sviluppa in un corpo sottile di flussi vitali fino a sbocciare in un’apoteosi floreale-digitale. Allo stesso tempo, vibrazioni meccaniche vengono diffuse sul corpo dello spettatore per mezzo di uno zainetto vibro-tattile, che abbatte i confini della fr uizione statica: lo spettatore può partecipare sensibilmente al rito dell'ibridazione in atto.

In Hybridy il corpo che danza e vibra diventa l’elemento capace di attivare il processo di ibridazione a cui l’opera tende. Come le driadi espandono le loro forme corporali con fronde e radici, diventando un tutt’uno con il contesto naturale extra-umano, in Hybridy il corpo si estende in stringhe di bit fino a controllare gli algoritmi invisibili dell'elaborazione digitale, audio e video, mentre il suono esplora le zone di confine tra organico, analogico e digitale influenzando il movimento o venendone influenzato. Gli algoritmi sviluppati per l'elaborazione grafica traggono ispirazione dall'evoluzione dei funghi, dai flussi di liquidi, dal propagarsi delle fiamme, dallo sbocciare dei fiori. Mentre quelli utilizzati per la sintesi sonora sono strettamente connessi all'analisi del movimento del corpo umano, che è così in grado di controllare la sua stessa ibridazione mentre dirige i suoni di questo rito di fusione.

L’intento è la ricerca di un’unità promotrice di vita che, in questo complesso processo di simbiosi, esalta l'aspetto di solidarietà, intesa come la "dipendenza tra entità distinte ma allo stesso tempo profondamente legate" (Humankind, T. Morton). Una solidarietà capace di ridimensionare le possibilità di predominio di un elemento sull'altro, come la ragione sul corpo, l'uomo sulla natura, o l'algoritmo sulla biologia. L’opera diventa così una partitura di contenuti organici, analogici e digitali entro la quale “un individuo può […] riconciliarsi con la complessità", assaporando una "fecondità artistica primitiva, poetica, […] che lo allena a separarsi da schemi, concezioni ed esistenze unidirezionali” (Una spirale di ibridazioni. Dal naturale al tecnologico, S. Milano).

Insieme all’opera sarà presentato, sempre all’interno di ZED Festival presso il Dams lab di Bologna, il progetto Prix ViDa Italia, primo premio nazionale dedicato alle produzioni originali di videodanza e danza XR, che avrà qui la propria sperimentale edizione 0. Il Prix ViDa, promosso in principio dai partner di PRO|D|ES danza, costituisce il momento apicale di un’intera rete di concorsi, rassegne e festival dedicati alla danza in video dal Piemonte alla Sicilia, che si è riconosciuta in questo progetto. L’edizione 0 del Prix ViDa è dedicata alla sola danza in video, rimandando all’anno prossimo il primo premio per produzioni in realtà estesa, e vede come finalisti opere selezionate e proposte da ciascuno degli aderenti della rete: cortometraggi nazionali e internazionali tra i 2 e 10 minuti, realizzati tra il 2022 e il 2024 che ogni concorso, festival, vetrina ritiene con proprie motivazioni, giusti candidati all’unico e assoluto premio finale.

Il Premio Prix Vida Italia 2024 sarà attribuito da un’unica giuria esterna di specialisti, studiosi e artisti della videodanza, liberi di poter attribuire anche menzioni speciali composta da: Elisa Guzzo Vaccarino (giornalista e saggista), Elena Cervellati (docente di storia della Danza presso Dams di Bologna), Ariella Vidach (coreografa).L’opera vincitrice e l’intera selezione dei finalisti saranno poi inserite nei palinsesti all’interno di manifestazioni su tutto il territorio nazionale, garantendo una prima distribuzione e visibilità a largo raggio.

 

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