Parte il 21 agosto B.motion, il contemporaneo protagonista
16/08/2024BASSANO - Dal 21 agosto al 1 settembre OperaEstate Festival Veneto, 44esima edizione, entra nel vivo della sua programmazione più contemporanea e con gli artisti emergenti programmati in B.MOTION, con un nuovo format che non divide più il calendario in parti dedicate a danza, teatro e musica, ma propone un unico cartellone, ogni giorno interdisciplinare, così come molti fra gli spettacoli in programma.
Molte le tematiche che attraversano le creazioni proposte: dal tema dello straniero all’indagine sull’identità, dalle pressioni della contemporaneità al rapporto tra modernità e tradizione, e ancora sui corpi non conformi, vulnerabili, traboccanti, e sui temi del distacco e della perdita.
Un programma da cui emerge anche l’importanza delle reti tra organizzazioni culturali, generative di nuove possibilità soprattutto verso i giovani autori e di cui il programma di B.motion dà pienamente conto con le molte creazioni nate dal networking, oltre che con un meeting dedicato proprio alle esperienze e al futuro delle reti locali, nazionali ed europee.
Il cartellone si apre sul tema dell’accessibilità, con Delivery di Elevator Bunker (21 e 22/8), una performance sul bisogno della felicità da una compagnia da sempre dedita ai temi dell’inclusione. E continua con la nuova creazione per i dancers di Dance Well, pratica di danza per persone con Parkinson, che dal 2013 coinvolge le comunità a Bassano e in molte città in Italia, in Europa e in Asia: quest’anno la creazione per i dancers bassanesi è affidata all’artista inglese Chisato Ohno (22-25/8). Sul tema dell’inclusione anche Barrani della compagnia Corps Citoyen, dedicato ai giovani nati e cresciuti in Italia ma in bilico tra due culture (30/8).
B.motion conferma anche, dopo il fortunato Focus sulla nuova drammaturgia tedesca del 2023, lo spazio dedicato alla traduzione scenica della drammaturgia contemporanea, presentando tre versioni del monologo di Bernard-Marie Koltès La nuit juste avant les forêts, affidate a Babilonia Teatro (accessibile anche nella lingua dei segni), Domenico Ingenito e Peppe Massa con Dario Mangiaracina del duo musicale La Rappresentante di Lista, rispettivamente in lingua veneta, napoletana e siciliana (dal 23 al 25/8).
Ancora un dialetto protagonista nella performance musicale di Massimo Silverio, che in Hrudja omaggia la sua terra scegliendo di cantare le sue liriche in carnico, accompagnate da uno straordinario impasto musicale tra folk, classica ed elettronica (22/8).
Rende accessibile il teatro attraverso dinamiche di gioco invece, la compagnia svizzera Trickster-p, che in The Game invita a indagare e riscrivere le dinamiche economiche e di mercato su cui si fonda la nostra società (21-24/8). Il tema del gioco anche al centro del progetto europeo REPLAY, dedicato alla riproducibilità delle danze di comunità attraverso la tecnologia dei videogiochi, e che ha generato le creazioni sul tema delle coreografe Masako Matsushita e Nur Garabli (28 e 29/8).
Tra i ritorni anche quello di Ioanna Paraskevopoulou, coreografa greca già in B.Motion 2023, che torna con All of my love (22/8) un’esplorazione di archivi e memorie personali; e di Baptiste Cazaux, già interprete di Aylen Parolin nel 2023, qui autore di un lavoro sul distacco come strategia di sopravvivenza (Gimme a Break!!!, 23/8).
Sull’irriducibile meraviglia dei corpi non conformi: Sara Sguotti e la Dance Well dancer e scrittrice Arianna Ulian con una nuova versione di Crepa (24/8); sul corpo vulnerabile il nuovo lavoro di Daniele Ninarello, Healing Together (24/8); mentre nasce da un laboratorio con un gruppo di cittadini bassanesi over50, Never Young, della compagnia Biancofango, un’indagine teatrale sulle giovani generazioni (23/8).
Per le produzioni nate da progetti di rete e da collaborazioni con altre organizzazioni italiane e internazionali, dalla selezione Aerowaves, rete della danza contemporanea emergente europea si presentano: Bless the sound that saved a witch like me di Benjamin Kahn, sul potere della parola e del suono; To be possessed di Chara Kotsali, che parte da storie di possessione per arrivare a una riflessione sulla solitudine (25/8); e I(CE)(S)CREAM Boléro Femme di Jill Crovisier, una rielaborazione del Bolero di Ravel sui pattini, centrata sui temi di controllo e tenacia (27/8).
Dalle reti italiane per la danza, in programma il lavoro vincitore di DNAppunti Coreografici, Eat me (studio) di Giorgia Lolli sulla rappresentazione del femminile e dalla Vetrina del Network Anticorpi XL Come sopravvivere in caso di danni permanenti di Francesca Santamaria (29/8) sul tema del dolore fisico del corpo che danza.
Vincitrice del Premio Scenario Periferie 2023, è Valentina Dal Mas con Luisa*, su un commovente incontro con una persona speciale (27/8). Thalia Pigier, coreografa francese selezionata da Live Works, in collaborazione con Centrale Fies, in The one who leaves is not gone va alla ricerca dell'origine del movimento e di ciò che resta delle influenze che ci hanno segnato (27/8).
È dedicata invece al teatro emergente italiano la rete In.Box, da cui ILVA Football Club della compagnia Usine Baug (28/8), una metafora sportiva per raccontare di una città “sacrificabile”.
Dalla rete FONDO per il supporto delle arti performative, il festival sceglie di presentare Lourdes di Emilia Verginelli, sull’esperienza della stessa autrice/interprete sui pellegrinaggi verso il miracolo (27/8).
Si muovono tra musica e danza Mercurio della coreografa Luna Cenere e del musicista Antonio Raia (28/8), creazione nata dal progetto BoNo!, partecipato dal festival insieme a Bolzano Danza, We-Start/Novara Jazz e Festival Danza Estate di Bergamo.
Nasce invece da una rete di artiste: le musiciste Marta Del Grandi e Federica Furlani, l’artista visiva Cecilia Valagussa e la coreografa Camilla Monga: Mata Hari, ritratto poliedrico di un’artista rivoluzionaria, in danza, musica e immagini (29/8).
Gli ultimi tre giorni sono infine dedicati a creazioni che mettono al centro i temi del femminile declinati in diversi linguaggi e sviluppi. Da Lower di Marina Donatone, una potente riflessione sul corpo che cade e si riprende, a Landscape di Elena Antoniou sul corpo-paesaggio disegnato dagli occhi di chi guarda. Dedicato all’identità e alla ricerca delle proprie radici, Anahit di Giorgia Ohanesian Nardin, e alle danze tradizionali come linguaggio e patrimonio comune: Figures di Dalila Belaza. Mentre mette al centro il difficile equilibrio tra lavoro e vita: Mike della pluripremiata performer canadese Dana Michel (31/8 e 1/9).
Chiudono il programma l’audiovisual concert della musicista Caterina Palazzi con l’artista visivo Kanaka in un emozionante viaggio emotivo tra quiete e tempesta (30/8) e la musica elettronica travolgente della musicista inglese Halina Rice in New Basis, considerata, tra gli appassionati di musica elettronica, fra gli artisti più rilevanti in ambito internazionale (1/9).
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