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A Lecce il Balletto del Sud con un omaggio a Vittoria Ottolenghi

Di Giuseppe Distefano 10/09/2024
A Lecce il Balletto del Sud con un omaggio a Vittoria Ottolenghi
Balletto del Sud "Le Corsaire"

LECCE “Quando sarò alle Bahamas…”. Così ripeteva Vittoria Ottolenghi, più frequentemente negli ultimi anni della sua vita, immaginando quello come il luogo permanente delle “ferie” dopo le fatiche terrene (scomparsa il 10 dicembre 2012, all’età di 88 anni). Ha raccolto questa sua frase l’amico Fredy Franzutti (affettuosamente eletto da lei “Nipote d’adozione del ramo leccese”) per il titolo dello spettacolo, In viaggio alle Bahamas, quale omaggio alla nota giornalista, critico di danza, saggista – e direttrice artistica di spettacoli, festival e rassegne – nel centenario della sua nascita: un atto d’amore che il coreografo e regista del Balletto del Sud ha reso nella esclusiva ed emozionante serata svoltasi a Lecce, rendendo partecipe un pubblico vario e attento della conoscenza e del valore di una donna che ha inciso significatamene il mondo della danza dagli anni Settanta in poi, aprendolo ad una platea più vasta e popolare.

Chi l’ha conosciuta direttamente o per la sua attività, o ne ha anche solo sentito il nome, sa di cosa parliamo. La si ricorda soprattutto per la trasmissione televisiva Maratona d'estate, una pietra miliare per la diffusione della cultura della danza in Italia negli anni ’80 e ’90. A rivelarci ulteriori e inediti aspetti della sua personalità, della sua vita privata e professionale, è stato, nello spettacolo di Franzutti, il collaudato format Radio Med condotto dalla voce di speakers radiofonici “invisibili” (quest’anno Andrea Sirianni, Francesca Bernabini, e Cecilia Delle Fratte), che crea un fil rouge tra il racconto, gli aneddoti, i ricordi, le storie, gli incontri della vita di Ottolenghi,  e le diverse coreografie, che comprendono nuove brevi creazioni contemporanee e alcuni estratti del grande repertorio ballettistico ricostruito da Franzutti, titoli che appartengono alla vasta produzione del Balletto del Sud.  Ad aprire la serata è Maree sulle note del brano di Ludovico Einaudi Experience: un ondeggiare calmo, tempestoso, grigio, luminoso, di corpi musicali, di mani e braccia che s'alzano, si protendono, roteano, si legano e si liberano; e un fluire di gambe che scivolano, si fermano e riprendono il movimento del gruppo, ora compatto, ora in file diagonali, ora con assoli, con duetti e terzetti moltiplicati. Quel ritmo fluente e continuo ci immerge nell'atmosfera di un mare – forse quello delle Bahamas - che accoglie e respinge, che abbraccia l'orizzonte e lo estende. Per ricordare l’amicizia tra Ottolenghi e Carla Fracci lo speaker annuncia Lo spettro della rosa - brano che segnò il debutto della Fracci nel ruolo di prima ballerina al Teatro alla Scala del 1955, in coppia con Mario Pistoni -, la cui musica (il rondò di Weber che il coreografo Fòkine scelse per il suo balletto) è ricordata quale sigla memorabile della citata Maratona d’estate. Il duetto, danzato da Alice Leoncini e Ovidiu Chitanu, si svolge nell’atmosfera sospesa del sogno, tra una fanciulla e uno spirito fatto di petali cremisi e profumo. Dopo averle piroettato delicatamente attorno e averle abbozzato un ultimo giro di valzer, lo Spettro vola via così come era entrato. E lei, al risveglio dalla poltrona, si ritrova con la sola rosa in mano. Di Fracci è la versione coreografica di Giselle, nel passo a due eseguito da Nuria Salado Fustè e da Oriòn Picò Playa, new entry nella compagnia leccese. Nell’immaginifico excursus coreografico, ideato per rappresentare sia le conoscenze e i legami con i grandi protagonisti del balletto internazionale – da Nureyev a Béjart, da Erik Vu-An a Roland Petit, a Elisabetta Terabust, Micha van Hoecke, Lindsay Kemp, Antonio Gades –; sia la curiosità costante che Ottolenghi ha avuto per tutti i generi di danza promuovendo personaggi e linguaggi, Franzutti ha tessuto un originale mix di numerosi brani. Tra cui, L’uccello di fuoco, con il trucco originale di Kemp nel ruolo del Mago Katschey (qui interpretato da Carlos Montalván); l’immancabile pas de deux da Le Corsaire (danzato da Giulia Ricciardulli e Robert Chacon), Petruska nell’assolo dal sorriso clownesco e melanconico di Christopher Vasquez, con trucco e costume perfettamente ripresi dall’originale di Nijinskij; un brano di flamenco con l’ospite spagnolo Carlos Sanchez; un ricordo di Micha van Hoeche, suscitato dalla danza libera di Serena Ferri. E, a memoria dell’interesse a trecentosessanta gradi di Ottolenghi (come consulente Rai ha influenzato anche la danza del “sabato sera”), brani “leggeri”: come un duetto su Mi sei scoppiato dentro al cuore di Mina (danzato da Aurora Marino e Tommaso Longo), o un trio di hip hop (con i fratelli Gargarelli), linguaggio giovanile a cui si è appassionata facendo sua la missione di traghettarlo dalla strada sui più prestigiosi palcoscenici italiani.  

L’ omaggio all’elegante signora della danza si è chiuso con tutta la numerosa compagnia in frac e gonne colorate anni ‘50, per ballare spensieratamente sulla canzone Fly me to the moon di Frank Sinatra, il suo cantante preferito. Tra il pubblico, commossa, la figlia di Vittoria, Beatrice Corsini.

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