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Maschile e Femminile con Abbondanza/Bertoni

Di Maria Luisa Buzzi 18/01/2025
Maschile e Femminile con Abbondanza/Bertoni
"Viro" Compagnia Abbondanza/Bertoni (ph. Tobia Abbondanza)

TRENTO Doppio appuntamento al Teatro SanbàPolis di Trento con la Compagnia Abbondanza/Bertoni in scena il 22 e il 24 gennaio rispettivamente con il duetto maschile Viro e il quartettto Femina.

Due lavori che formano un dittico di indagine sul maschile e il femminile nei tempi moderni. Viro è un "mostro", un creatura tagliata in due, le cui parti si completano oppure si negano a vicenda scalpitando. A rappresentare in scena questo moderno ferito centauro, due danzatori (Cristian Cucco e Filippo Porro), uguali, specchi opposti che si confrontano.

"Due avatar rappresentanti della specie della mascolinità minuscola - spiega Antonella Bertoni - In aderenza continua alla musica elettronica di Byetone che nel suo essere quadrata impone il proprio ritmo al racconto, Viro è una partitura sociologica per leggere il nostro tempo e forse comprenderlo, in modo ambivalente come il teatro sa fare". La recensione del lavoro è pubblicata su D&D n. 319 (nov/dicembre 2024)

Con Femina, invece, il 24 gennaio la compagnia offrirà la propria visione coreografica sul femminile contemporaneo in forma astratta. Le danzatrici Sara Cavalieri, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Ludovica Messina Poerio saranno in scena come dei cloni, con un travestimento posticcio fatto per lo più di parrucche bionde e lingerie chiara. Si somigliano tutte, si muovono meccanicamente ognuna nel proprio spazio, nel proprio mondo. La relazione quasi non esiste: ognuna è sola, tutte sono uguali, imprigionate in una società che uniforma, annullando le unicità.

Lo spazio che le accoglie è bianco, asettico, anonimo, un non-luogo che potrebbe essere ogni posto e nessun posto. La musica rappresenta la struttura drammaturgica del pezzo: Dysnomia del gruppo newyorkese Dawn Of Midi è un album che la stessa band definisce "un suono minimal-techno che si trova nella musica elettronica” realizzato “utilizzando solo strumenti acustici" e nella performance scandisce il ritmo a cui la contemporaneità sembra sottoporci: incessante, meccanico, alienante.

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